Cosa significa "scelta"
Partiamo dall’etimologia: il verbo scegliere deriva dal latino
exelĭgĕre, parola composta da ex- e elĭgĕre «scegliere, eleggere». Il suo primo
significato è “distinguere e determinare, tra più cose o persone, quella che
sia o ci sembri più adatta allo scopo o più conveniente alle circostanze”.
Jean-Paul Sartre
scriveva che “Ciò che non è assolutamente possibile è "non scegliere”. Ogni
atto della nostra esistenza, è il risultato di una scelta.
La vita dell’essere umano, oltre ad essere scandita dallo
scorrere del tempo, è connotata da un’altra dimensione che può essere
considerata di fondamentale importanza, ovvero la possibilità di scegliere.
Scegliere, tuttavia, non è per niente
facile dal momento che implica un’assunzione di responsabilità circa
le conseguenze generate da ogni singola scelta e l’accettazione di possibili
rischi. A partire da tali premesse non stupisce quanto spesso prendere una
decisione possa essere difficile, al punto tale da condurre le persone a vivere
in una sorta di limbo, a sentirsi “bloccate” e a viversi come totalmente
incapaci di andare in una direzione piuttosto che in un’altra.
La
scelta in quanto tale definisce l'essenza del singolo, definisce l'uomo. Non è
una semplice manifestazione della personalità, bensì un atto razionale, il
momento in cui l'individuo concretizza il proprio giudizio. Lo stesso concetto
di scelta è stato approfondito e affrontato da numerosi filosofi e scrittori,
da Aristotele a Heidegger. Ognuno di loro ha riportato nelle proprie
riflessioni quanto l'uomo sia definito dalla possibilità di scegliere. Per
Aristotele, ad esempio, la scelta è un mezzo per realizzare il bene; per
Heidegger è una condizione esistenziale che coinvolge tutti.
Diversi studi sono fatti non solo in psicologia, ma anche in
altre discipline quali economia, sociologia e antropologia sul tema
affascinante della scelta. La considerazione chiave che spiega quanto sia
complesso fare una scelta è da ricercare nel fatto che ogni scelta implica una
rinuncia. Si tratta di quello che viene definito ‘costo psicologico’ della
scelta, che fa vivere come una vera e propria perdita il fatto di dover
scartare le altre alternative.
Quindi scegliere è il verbo che meglio rappresenta l'umanità, siccome l'unico essere pensante è l'uomo e quindi può decidere come meglio crede di eseguire determinate azioni e di utilizzare determinate parole. Questo si riflette poi sulla sua vita, siccome la concatenazione eziologica degli eventi non è casuale, ma parte da una scelta.
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